I PCT o Pronti Contro Termine sono degli strumenti che fino a qualche anno fa hanno rappresentato uno strumento di risparmio molto utilizzato. Ma nonostante ciò, il suo funzionamento è molto articolato. La loro natura tuttavia li rende perfetti per fare investimenti a breve termine. Vediamo nello specifico cosa sono e come funzionano.
PCT cosa sono
I Pronti Contro Termine sono dei contratti tra una banca (venditore) e acquirente. In questi contratti vengono scambiati dei titoli per una certa somma di denaro. La consegna dei titoli avviene in maniera immediata (ecco perché “pronti”). Il venditore si impegna a riacquistarli poi ad un prezzo più elevato entro una data stabi
lita. La differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita è il rendimento maturato dall’acquirente. Esso viene tassato alla fonte. L’operazione non è altro che un prestito di denaro e titoli. La durata del contratto è in media di 1-3 mesi composto da titoli di Stato o monetari. Il prezzo di vendita viene stabilito dal valore nominale del titolo sottostante. Ad emettere PCT può essere anche un istituto di credito per reperire maggiore liquidità. Non è prevista l’estinzione anticipata, in quanto i PCT sono un contratto “nominativo”.
Chi può acquistarli
Diversi sono gli enti o i soggetti che possono stipulare un PCT. Ad esempio un acquirente può essere la Banca d’Italia, con lo scopo di controllare la base monetaria. Essa può essere sia acquirente che venditrice. Un altro esempio è rappresentato dagli intermediari finanziari. Essi lo utilizzano per tenere sotto controllo la propria liquidità oppure come strumento di raccolta. Le imprese ad esempio possono utilizzarlo per ricevere finanziamenti. I risparmiatori invece lo usano come metodo per l’impiego di denaro nel breve termine. Spesso le banche chiedono commissioni per il deposito dei titoli. Di solito si attestano attorno al 20%, rischiando di corrodere il rendimento del risparmiatore.