Carta di credito Revolving: Come funziona

Abbiamo parlato nell’articolo dedicato alle carte di credito, che questo strumento di pagamento elettronico, può differire in base al tipo di credito disponibile e al meccanismo di ricomposizione dello stesso. Prima di parlare delle carte di credito revolving, è indispensabile fare chiarezza proprio su tali differenze, in modo tale da poter spiegare meglio il meccanismo che è alla base del credito revolving.

Per credito disponibile, si intende la quantità di denaro a disposizione del titolare della carta di credito, che può beneficiarne per effettuare pagamenti con bonifici bancari o prelevamenti agli sportelli bancomat. Per tipologia di meccanismo di ricomposizione del capitale spendibile, si intende il modo in cui esso viene ricostituito,  ovvero per le carte di credito comune (è la Banca a riformare il credito mese per mese) ed a prelevare dal conto corrente del titolare della carta di credito la somma spesa il giorno 15 del mese successivo addebitando gli interessi. Dunque in questo caso il pagamento degli interessi bancari maturati avviene in unica soluzione ed in modo automatico.

Per quanto riguarda le carte di credito prepagate (o carte di debito), il credito a disposizione si ricostituisce ogni qualvolta il titolare della stessa, effettua un versamento di denaro per ricaricarla, o riceve un pagamento tramite bonifico o altre forme di pagamento elettronico. In questo caso, gli interessi della banca non esistono, viene solo in molti casi pagata una commissione nel caso di operazioni.

La ricomposizione del credito che riguarda le carte di credito revolving è più articolata e ne parliamo nel successivo paragrafo proprio dedicato alle carte di credito revolving.

Carte di credito revolving

Innanzi tutto c’è da dire che una carta di credito detta revolving è una forma di finanziamento (non rientra nelle carte di credito senza busta paga), e come tale è soggetta alla verifica della solidità finanziaria del richiedente. proprio il fatto che il credito revolving è una forma di finanziamento, fa si che il meccanismo di ricostituzione del credito sia più articolato e veda coinvolto l’utilizzo di rateizzi con bollettini postali o RID in conto corrente. Altra caratteristica propria della carta revolving, è il fatto che il denaro speso dal titolare della stessa, viene ricostituito e dunque rientra di nuovo in possesso dello stesso perchè l’istituto di credito lo rimette a disposizione per nuovi acquisti.

Come funziona il credito revolving?

Dopo aver ottenuto l’approvazione da parte dell’Istituto di Credito, che concede la carta di credito revolving con una determinata somma a disposizione del richiedente, quest’ultimo potrà usufruirne nel limite dell’ammontare stabilito. Una volta utilizzata la carta di credito per un acquisto, la somma totale a disposizione ovviamente calerà e di conseguenza nel mese successivo all’ultimo addebito partirà una rateizzazione del debito per rientrare delle somme spese comprensive di interessi bancari.

In pratica…

Quando la usi, la disponibilità economica diminuisce, ma viene ripristinata in modo automatico ogni volta che la rata rimborsata viene pagata (eccetto la somma pari agli interessi). Ogni rata infatti comprende una quota capitale e una quota interessi. la quota capitale ricostituisce la linea di credito revolving e fa si che il danaro a disposizione non si esaurisca mai. Per molti la carta di credito revolving è stata ed è un ottimo strumento per avere scorte di denaro a disposizione nei momenti di crisi economica. Per altri invece è stata la rovina finanziaria in quanto il meccanismo di ricomposizione del credito revolving, fa in modo da dover pagare in modo perpetuo le rate di rimborso.

Una carta di credito revolving è consigliabile solo a chi ha un reddito dimostrabile proveniente da lavoro dipendente o comunque certo e duraturo. Quando una carta revolving è capitata nelle mani di soggetti senza una fonte certa di reddito, è stata in molti casi la distruzione del profilo finanziario.