Dazi di Trump: L’America rimescola le carte del commercio globalePresident Donald Trump walks on the South Lawn of the White House to board Marine One, Friday, May 30, 2025, in Washington, as he heads to Pittsburgh for a rally. (AP Photo/Jacquelyn Martin)

Nel suo ritorno alla Casa Bianca, il Presidente Donald Trump ha dato un nuovo impulso alla sua agenda “America First” con l’introduzione di una serie di nuove tariffe doganali. Queste misure hanno l’obiettivo dichiarato di correggere quelli che l’amministrazione statunitense considera deficit commerciali squilibrati e pratiche sleali da parte dei partner internazionali. Tuttavia, hanno già innescato una reazione a catena a livello globale, sollevando preoccupazioni e richiedendo alle imprese di tutto il mondo una pronta riorganizzazione delle proprie strategie

Le Nuove Tariffe e i Settori Colpiti

I nuovi dazi sono entrati in vigore in diverse fasi a partire dal 2025 e colpiscono un’ampia gamma di prodotti, con un impatto particolarmente significativo per l’Unione Europea. Le aliquote variano a seconda del Paese e della tipologia di merce:

  • Dazi generalizzati: Dal 7 agosto 2025, è in vigore un dazio del 15% sulle merci europee importate negli Stati Uniti.
  • Settori specifici: Tariffe più elevate sono state imposte su beni strategici come l’acciaio e l’alluminio (con dazi che possono arrivare fino al 25%).
  • Prodotti agricoli: Anche il settore agroalimentare è stato colpito, con nuovi dazi del 25% su alcuni prodotti agricoli.

L’Amministrazione Trump ha definito queste misure “dazi reciproci”, sostenendo che mirano a equiparare le tariffe statunitensi a quelle applicate da altri Paesi sui prodotti americani. La logica dietro questa strategia include anche il tentativo di contabilizzare nel calcolo dei dazi l’IVA applicata sui prodotti importati.

 

Reazioni Internazionali e Impatto Economico

Le nuove tariffe hanno generato forti tensioni a livello diplomatico ed economico. La Commissione Europea ha criticato apertamente la politica di Trump, definendola “un passo nella direzione sbagliata” e sottolineando come l’IVA non sia una tariffa doganale, ma un’imposta sul consumo. Nonostante le critiche, l’Unione Europea, pur avendo preparato una lista di contromisure, per ora non ha risposto con dazi di ritorsione.

L’impatto economico delle nuove tariffe è complesso:

  • Aumento dei costi per i consumatori USA: I dazi, in ultima analisi, sono tasse che gravano sui consumatori americani, che si trovano a pagare prezzi più alti per i prodotti importati.
  • Rischio per l’export italiano ed europeo: Le aziende italiane ed europee, in particolare quelle che esportano negli Stati Uniti, devono affrontare un aumento dei costi che rischia di compromettere la loro competitività. Settori come il Made in Italy, noto per la sua qualità, sono tra i più esposti.
  • Instabilità delle catene di approvvigionamento: Le aziende globali sono spinte a riconsiderare e a volte a regionalizzare le proprie catene di fornitura, per mitigare i rischi e i costi legati ai dazi.

 

Prospettive e Consigli per le Imprese

Il nuovo scenario richiede la massima attenzione da parte delle imprese, in particolare quelle che basano gran parte del proprio fatturato sull’export verso gli Stati Uniti. È fondamentale:

  • Monitorare costantemente gli aggiornamenti sulle politiche commerciali.
  • Valutare le proprie filiere e, dove possibile, diversificare i mercati di sbocco.
  • Considerare l’assistenza legale e doganale per identificare misure di mitigazione e regimi doganali che possano ridurre l’impatto delle tariffe.

In definitiva, la politica dei dazi di Trump, che si è concretizzata nel corso del 2025, rappresenta una sfida significativa per il commercio internazionale. Sebbene l’obiettivo dichiarato sia quello di proteggere l’economia americana, l’effetto a breve termine è un aumento delle tensioni commerciali e un’incertezza che obbliga le aziende di tutto il mondo a rivedere i propri piani strategici.