È argomento diffusissimo il Decreto Dignità. L’economia italiana sembrerebbe fortemente condizionata da questo provvedimento. Al suo interno si parla di lavoro, fatturazione, contratti a termine, ecc… L’obiettivo senz’alcun dubbio è quello di far riprendere la nostra penisola. Ovviamente questo decreto è stato accompagnato da numerose polemiche proprio per il suo contenuto. Ma cosa prevede? Andiamo a vedere nel dettaglio.
Decreto Dignità: cosa prevede
Malgrado le diverse polemiche sollevate sulla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto è entrato in vigore il 14 luglio 2018 su proposta del ministro Luigi Di Maio. Dopo esser arrivata la firma di Mattarella, l’iter prevede 60 giorni di tempo per trasformare il decreto in legge. Oltre ai già citati argomenti, il decreto tratta anche il gioco d’azzardo e le aziende destinatarie di fondi statali. La durata dei contratti di lavoro è l’argomento più delicato e che merita maggior attenzione.
Contratti a termine
I destinatari di questo provvedimento sono sia i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto, sia i rinnovi e le proroghe dei contratti in corso alla medesima data. Gli unici esuli sono i contratti stipulati dalle pubbliche amministrazioni. Vengono modificate alcune durate. Il contratto subordinato potrà durare al massimo 12 mesi. In più la durata complessiva del contratto sarà di 24 anziché 36 mesi con possibilità di proroghe, solo in alcune situazioni. Si ritornerà alle causali, che le imprese dovranno inserire per giustificare la tipologia utilizzata di contratto.
Aziende delocalizzate
Importanza viene data anche alle imprese che ricevono indennizzi. Infatti coloro le quali dopo gli incentivi statali spostano la propria sede all’estero (fuori dall’Unione), saranno costretti a restituire da 2 fino a 4 volte la somma ricevuta. Ciò ovviamente se avviene entro i 5 anni dalla ricezione dell’indennizzo. L’importo da restituire sarà maggiorato per il tasso di interesse pari a quello registrato al momento della stipula del contratto, più un altro 5%.
Gioco d’azzardo
Dal 1° gennaio darà vietata la sponsorizzazione di giochi e scommesse. Non solo, ma sarà vietata anche la sponsorizzazione di qualunque evento o attività collegata al gioco d’azzardo. Dal divieto sono esclusi solo la Lotteria Italia e le manifestazioni di sorte locali.
Redditometro e spesometro
Il redditometro verrà rivisto. Verrà rinviato lo spesometro. Inoltre il Decreto Dignità va espressamente ad escludere dal meccanismo dello split payment i professionisti che forniscono servizi alle amministrazioni pubbliche.