Sri Lanka e Ghana, due paesi in crisi di debito tra guerra e pandemia.

Lo Sri Lanka e il Ghana sono due paesi che stanno affrontando una grave crisi di debito, causata da diversi fattori tra cui la guerra in Ucraina, la pandemia di covid-19, la cattiva gestione economica e la dipendenza dalle importazioni. Entrambi i paesi sono a rischio di default e hanno chiesto aiuto al Fondo monetario internazionale (Fmi) per evitare il collasso.

Lo Sri Lanka è entrato ufficialmente in default a gennaio 2022, quando ha annunciato la sospensione dei pagamenti sui 35 miliardi di dollari che deve ai creditori stranieri. Il paese asiatico, che dipende fortemente dal turismo e dalle esportazioni di tè, ha subito gli effetti della guerra in Ucraina, che ha provocato una perturbazione dei mercati delle materie prime, e della pandemia di covid-19, che ha ridotto i flussi di turisti e di valuta estera. A causa della scarsità di riserve in valuta estera, lo Sri Lanka non è in grado di pagare le importazioni essenziali, come cibo, carburante, medicine e altri beni di prima necessità. Ciò ha portato a forti aumenti dei prezzi, a carenze di prodotti e a proteste sociali. L’inflazione complessiva ha raggiunto quasi il 20% ad aprile 2022, e il 30% per il settore alimentare.

Lo Sri Lanka ha chiesto un salvataggio al Fmi, che però ha posto delle condizioni rigide, tra cui la riforma fiscale, la riduzione della spesa pubblica, la liberalizzazione del mercato dei cambi e la ristrutturazione del debito. Il governo dello Sri Lanka, guidato dal presidente Gotabaya Rajapaksa, ha accettato di avviare i negoziati con il Fmi, ma ha anche cercato di ottenere aiuti da altri paesi, come la Cina, l’India, il Giappone e il Qatar. Il governo è stato accusato di corruzione, nepotismo e cattiva gestione della crisi da parte dell’opposizione e della società civile, che hanno chiesto le sue dimissioni. Il 9 maggio 2022, il primo ministro Mahinda Rajapaksa, fratello del presidente, ha rassegnato le sue dimissioni, e al suo posto è stato nominato l’ex primo ministro Ranil Wickramasinghe. Tuttavia, la situazione politica resta instabile e incerta, e il paese è sull’orlo del caos.

Il Ghana è un altro paese che sta affrontando una crisi di debito, causata principalmente dalla pandemia di covid-19, che ha colpito duramente la sua economia, basata sull’esportazione di oro, cacao e petrolio. Il paese africano, che era considerato un modello di crescita e di stabilità nella regione, ha visto il suo prodotto interno lordo (Pil) contrarsi del 3,4% nel 2020, il primo calo dal 1983. Il debito pubblico è salito al 76,1% del Pil nel 2020, e al 79,3% nel primo trimestre del 2021. Il deficit di bilancio è stato del 11,7% del Pil nel 2020, e si prevede che sarà del 9,5% nel 2021. Il Ghana ha dovuto affrontare anche una crisi energetica, causata dalla siccità che ha ridotto la produzione idroelettrica, e una crisi sanitaria, causata dalla diffusione della variante delta del covid-19, che ha provocato oltre 1.200 morti e oltre 120.000 contagi.

Il Ghana ha chiesto un aiuto al Fmi, che gli ha concesso un prestito di 1 miliardo di dollari nel 2020, e un altro di 500 milioni di dollari nel 2021, nell’ambito dell’iniziativa per la riduzione della povertà e per la crescita. Il Fmi ha anche concesso al Ghana una moratoria sui pagamenti del debito fino alla fine del 2021, nell’ambito dell’iniziativa per la sospensione del servizio del debito. Il governo del Ghana, guidato dal presidente Nana Akufo-Addo, ha adottato delle misure per contenere la crisi, tra cui la revisione della spesa pubblica, la mobilitazione delle entrate interne, la diversificazione dell’economia e la promozione della trasparenza e della responsabilità. Il governo ha anche cercato di ottenere aiuti da altri paesi, come la Cina, la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Il governo ha ricevuto il sostegno della maggioranza dei ghanesi, che hanno riconfermato il presidente e il suo partito alle elezioni del dicembre 2020, ma ha anche dovuto affrontare le critiche dell’opposizione e di alcuni settori della società civile, che hanno denunciato la corruzione, la violenza elettorale e la mancanza di riforme strutturali.

Lo Sri Lanka e il Ghana sono due paesi che rappresentano due casi emblematici di crisi di debito, che mettono in evidenza le fragilità e le vulnerabilità dei paesi in via di sviluppo di fronte a shock esterni come la guerra e la pandemia. Entrambi i paesi sono a rischio di default e hanno bisogno di un sostegno internazionale per evitare il peggio. Tuttavia, il sostegno internazionale non è sufficiente, se non è accompagnato da una gestione responsabile e trasparente delle risorse interne, da una partecipazione democratica e inclusiva dei cittadini, e da una visione strategica e sostenibile dello sviluppo.